13 ottobre
2022
Da "Il Resto del Carlino"
di Ferrara
Al Ridotto del Teatro reading degli atti delle udienze. La serata aperta da Anna Quarzi, presidente di Isco Ferrara
ll caso Pende, tra razza e razzismo.
Se le parole hanno un valore perché sintetizzano concetti, allora ’razza’ non è un termine dispregiativo, lo è però ’razzismo’; laddove si
vogliano evidenziare differenze atte a stabilire criteri di superiorità e inferiorità inesistenti in natura ed esistenti invece in politica per giustificare l’efferatezza. Una riflessione autentica,
feroce e a tratti disturbante, l’ha offerta l’altra sera, al Ridotto del Teatro Comunale, l’evento ‘Le leggi razziali in Italia: il caso del
professor Pende’, con reading delle carte processuali con cui Nicola Pende si discolpò dall’accusa di Fascismo. Illustre docente di patologia medica alla Sapienza di Roma, Nicola Pende fu tra gli
intellettuali che condivise il manifesto della razza del 1938. E se l’aspetto teatrale ha visto in ‘tribunale’, l’endocrinologo Pende difendersi invocando un contesto storico in cui era impossibile
ribellarsi e manifestare dissenso – ma non di fare carriera attraverso l’assenso –, è stato il genetista Diego Barbuiani a spiegare come la scienza si piegò alla volontà del Duce costruendo in campo
biologico e medico principi incoerenti e fasulli indispensabili a giustificare la superiorità della razza ariana, cui secondo il manifesto apparteneva l’italica, dunque la nostra. Una serata
suggestiva per raccontare una pagina della storia ancora controversa attraverso lo strumento della recitazione, della musica, della divulgazione scientifica. Ad aprirla, Anna Quarzi, presidente Isco,
che ha realizzato l’evento col patrocinio del Meis rappresentato dal direttore Amedeo Spagnoletto e dal presidente Dario Disegni. Presente l’assessore comunale alla Cultura, Marco Gulinelli, che
citando Stendhal ha evocato il labile confine tra paura e libertà. La conclusione, unanime, sul valore individuale della scelta. Perché la parte giusta da cui stare, ha sintetizzato Quarzi, "chiunque
di noi la conosce".
La rappresentazione è stata ideata, curata e portata in scena dagli avvocati Lucia
Pollato e Lorenzo Pavanello e dallo storico Giuseppe Muroni. Al pianoforte, Paolo Lazzarini, al violoncello Nazzareno Balduin.
Camilla Ghedini
ROVIGO IN DIRETTA, 1 settembre 2022
Progressismo e liberalismo, due modi di intendere la politica
Incontro pubblico tra l'avv. Lorenzo Pavanello per il liberalismo repubblicano e l'On. Diego
Crivellari per il progressismo democratico.
"Rovigoggi" 13 maggio 2021 - video post-it
"I cittadini di Rovigo uniti in comitato non erano folklore, ma persone consapevoli della funzione essenziale dell'opinione pubblica
nelle decisioni degli apparati burocratici" afferma l'avvocato rodigino Lorenzo Pavanello, portavoce del Comitato per il tribunale in centro ed ospite di una puntata ad hoc di Post-It dal
Polesine.
Presentata la seconda edizione del libro "Il processo burletta", scritto dall'avv. Lorenzo Pavanello per
ricordare l'omicidio di Luigi Masin, ucciso da squadristi davanti ai suoi familiari nella notte tra l'11 e il 12 aprile 1921 e i cui responsabili, malgrado le prove, furono assolti da giurati laici
della Corte d'Assise di Rovigo dopo un processo dominato dalla paura e dal conformismo.
Bancario reintegrato dal giudice.
La Corte d’Appello si pronuncia a favore di un dipendente licenziato nel 2012 (Il Mattino di Padova 28 giugno
2015). La Corte Suprema di Cassazione conferma.
Con la nuova normativa, il Jobs Act, non sarebbe mai stato reintegrato.
"E così A.Z., 51 anni, si gode il reintegro in MPS, a coronamento di un contenzioso risalente negli anni.
Secondo la ricostruzione dei fatti portata in aula, è il 2002 quando il rodigino viene trasferito a Padova.
Un provvedimento contro il quale presenta ricorso, innescando una vicenda giudiziaria che è ancora pendente, in Cassazio-ne. Nel 2012 la situazione peggiora
ulteriormente: il 51enne, quadro della banca, viene licenziato.
Assistito dall'avvocato Lorenzo Pavanello di Rovigo impugna questa decisione in via cautelare e, sempre in via cautelare, viene reintegrato....... " (Il Gazzettino 28
giugno 2015)
39enne assolto per la seconda volta. Non tentò di uccidere.
"Arrestato il 12 maggio 2010 con la pesante accusa di tentato omicidio, era tornato alla piena libertà dopo due giorni, a se-guito di un interrogatorio nel quale aveva
rintuzzato questa ricostruzione. Assolto dalla grave contestazione in primo grado dal giudice di Rovigo, la Procura aveva impugnato il verdetto in Appello. Ora, per la seconda volta, la Corte di
Appello di Venezia ha sancito che quell'accusa non è realistica e di conseguenza ha assolto L.M., 39 anni, di A., seguito sempre dal di-fensore di fiducia, l'avvocato Lorenzo Pavanello di
Rovigo.
Una nuova vittoria per l'imputato e per il suo avvocato. I fatti all'origine del procedimento penale......." (IlGazzettino 15 ottobre 2014)
La Cassazione: "L'arresto fu arbitrario".
"Una sentenza della Cassazione che, prendendo in esame la vicenda di un polesano, statuisce dei principi fondamentali in tema di libertà personale e limiti all'azione
della polizia giudiziaria ... una sentenza, quella di Venezia, contro la quale aveva-no presentato appello tanto la Procura Generale quanto il difensore, l'avvocato Lorenzo Pavanello del Foro di
Rovigo." (La Voce di Rovigo, 28 ottobre 2011).
Adesione massiccia all'astensione dalle udienze (ANF Associazione Nazionale Forense)
"Grande partecipazione degli avvocati iscritti all'Anf provinciale per lo sciopero contro il decreto del fare che mette mano alla magistratura italiana introducendo
nuova burocrazia... Ad essere al centro del capo di imputazione dell’Anf è il "decreto del fare" varato dal governo Letta che nel redigerlo ha
completamento ignorato l’ordine degli avvo-cati. “Il ministro Cancellieri ci ha anche tacciato di essere una lobbie e corporativi - afferma Lorenzo Pavanello presidente provinciale
dell’associazione - quanto è maggiore l'indifferenza per il ruolo dell’avvocato che esercita il diritto alla difesa, tanto è maggiore la violazione della libertà individuale, noi costituiamo
un baluardo contro l’abuso del potere”.
Al centro delle controversie il ruolo del mediatore obbligatorio che è stato costituito nella riforma della
magistratura come deterrente per l’avviamento delle nuove cause. “Gli italiani sono un popolo litigiosissimo e il ricorso a questo passaggio è stato utilizzato in media solo il 22% delle volte, con
risultati pessimi, infatti solamente il 20% delle volte si è trovata una conciliazione - spiega Pavanello - quindi a mio parere sarebbe giusto dare il giusto ruolo agli avvocati che hanno tutto
l’interesse a trovare la conciliazione e non ad adden-trarsi in inutili cause”. (Rovigo Oggi, 11 luglio 2013)